Didattica delle Emozioni

A volte le parole non bastano.
E allora servono i colori.
E le forme.
E le note.
E le emozioni. (cit.)

L’importanza delle emozioni nell’apprendimento di  Daniela
Lucangeli

Come è noto, le emozioni governano tutti i rapporti umani ed esse contribuiscono al raggiungimento del successo nell’apprendimento e all’interiorizzazione dei saperi.

Benjamin Samuel Bloom, psicologo e pedagogista americano (1913-1999), sostiene che esiste uno stretto rapporto che lega affettività, motivazione e apprendimento, poiché le variabili affettive e motivazionali esercitano un’azione rilevante nei processi di conoscenza, comprensione e socializzazione, che avvengono nell’ambiente scolastico.

Anche lo psicologo-filosofo-pedagogista di Ginevra, Jean Piaget (1896-1980) rileva l’importanza delle emozioni nell’apprendimento. Il noto studioso afferma che per lo sviluppo armonico della personalità di chi deve imparare è necessaria un’interazione fra cognizione e affettività, per lo stretto parallelismo che esiste nel pensiero umano tra il piano affettivo e quello intellettuale.

Gardner (1943), psicologo americano, dà molta importanza alle emozioni: lo studente che scopre con entusiasmo un mondo nuovo ed è stimolato nella sua curiosità, apprenderà con maggior successo e con minore fatica rispetto a un compito imposto che considererà, al contrario, privo di interesse.

Lo psicologo statunitense Daniel Goleman (1946), riprende il concetto di Intelligenza emotiva e ne dimostra il valore che ha per tutti gli individui, sia piccoli sia grandi, nell’ambito relazionale, di apprendimento e lavorativo.

L’importanza cruciale delle emozioni nell’apprendimento è inoltre messa in evidenza dal collegamento che c’è tra le stesse emozioni e la memoria.

Infatti, le emozioni giocano un importante ruolo nei processi cognitivi legati alla memoria, in quanto la forza dei ricordi dipende dal grado di attivazione emozionale indotto dall’apprendimento.

La Didattica delle emozioni rappresenta la traduzione nella pratica scolastica dei principi dell’Intelligenza Emotivadi Daniel Goleman. L’intelligenza emotiva implica la capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni e si può affinare sia mediante l’uso di tecniche specifiche, sia per il tramite della mediazione di educatori e genitori.
Secondo Goleman l’intelligenza emotiva si caratterizza per cinque caratteristiche fondamentali, ossia la consapevolezza di sé, la capacità di produrre risultati riconoscendo le proprie emozioni; il dominio di sé, la capacità di utilizzare i propri sentimenti per un fine; la motivazione, la capacità di scoprire il vero e profondo motivo che spinge all’azione; l’empatia, ossia la capacità di sentire gli altri entrando in un flusso di contatto; l’abilità sociale, ossia la capacità di stare insieme agli altri cercando di capire i movimenti che accadono tra le persone.
Gli obiettivi che si pone la Didattica delle Emozioni sono i seguenti:
  • indurre negli studenti l’accrescimento dell’autocontrollo;
  • acquisire consapevolezza emotiva;
  • l’attitudine ad una comunicazione chiara, efficace ed assertiva;
  • l’affermazione del proprio sé attraverso il confronto e la cooperazione;
  • lo sviluppo graduale della curiosità, del desiderio, del senso di appartenenza, della tolleranza alla frustrazione e alla noia.

Un altro strumento utile per indurre autocontrollo emozionale è l’educazione razionale emotiva, nota come acronimo di RET. Si tratta di una teoria e di una prassi terapeutica ideata dallo psicologo Albert Ellis, che per formulare la sua teoria ha messo a punto un sistema di psicoterapia attingendo ad antiche scuole di pensiero occidentali ed orientali quali lo stoicismo, il buddismo, il taoismo. L’accostamento dei termini razionale ed emotivo sta ad indicare la possibilità di raggiungere un certo controllo emotivo utilizzando la propria capacità di pensare in modo razionale e costruttivo (si veda il testo M. Di Pietro, L’A B C delle mie emozioni, Corso di Alfabetizzazione socio-affettiva).

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Aforismi

La nostra civiltà è ancora in mezzo al guado, né del tutto bestiale perché non è più guidata dall’istinto, né del tutto umana perché non è ancora interamente guidata dalla ragione. Theodere Dreiser, citato in J. LeDoux, Il cervello emotivo