Unificazione del Regno di Italia

Il Regno d’Italia fu lo Stato italiano unitario proclamato il 17 marzo 1861.

La proclamazione fece seguito alla Seconda guerra d’indipendenza italiana (1859), combattuta dal Regno di Sardegna contro l’Impero austriaco, e alla Spedizione dei Mille, con la conquista del Regno delle Due Sicilie.

La proclamazione del Regno rappresentò il culmine del Risorgimento. Ad essa seguì la Terza guerra d’indipendenza italiana (1866) e l’annessione dello Stato Pontificio, con la conseguente presa di Roma (20 settembre 1870).

Capitali del Regno di Italia:

  • Torino (1861-1865)
  • Firenze (1865-1871)
  • Roma (1871-1946)

Il Regno d’Italia fu costituito sotto la guida di Casa Savoia, che aveva governato il Regno di Sardegna dal XVIII secolo.

Il processo di unificazione fu guidato principalmente da tre figure chiave:

  • Giuseppe Garibaldi,
  • Camillo Benso, conte di Cavour
  • Vittorio Emanuele II.

Garibaldi era un leader rivoluzionario e militare che combatté per l’unificazione italiana attraverso una serie di campagne militari come la “Spedizioni dei Mille”.

Cavour era il primo ministro del Regno di Sardegna, che cercò di unire l’Italia attraverso la diplomazia e le alleanze con altre potenze europee.

Vittorio Emanuele II fu Re di Sardegna, che divenne il primo Re d’Italia dopo l’Unità.

Il processo di unificazione fu segnato da una serie di conflitti politici e militari, tra cui le guerre di indipendenza contro l’Austria, l’annessione dello Stato Pontificio e l’incorporazione di vari stati italiani minori nel Regno d’Italia.

La capitale del Regno d’Italia fu trasferita da Torino a Firenze nel 1865 e poi a Roma nel 1871 dopo l’annessione dello Stato Pontificio.

L’Unità d’Italia segnò la fine di secoli di frammentazione politica e dominazione straniera e stabilì uno stato unificato, indipendente e costituzionale che divenne una grande potenza europea.