Moto spirituale europeo di notevole complessità che tra la fine del sec. XVIII e i primi decenni del sec. XIX, contrapponendosi all’illuminismo in filosofia e al classicismo in campo artistico e letterario, ripropose, non senza contraddizioni e ambivalenze, l’idea di libertà come fondamentale esigenza dell’individuo, affermando conseguentemente l’importanza ideale della tradizione e del genio dei singoli popoli, l’aspirazione soggettiva alla religiosità, il carattere istintivo e fantastico della creazione artistica e letteraria.
In Italia la formazione del movimento romantico fu stimolata da un articolo di Madame de Staël (Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni, 1815), in cui si invitavano gli italiani ad aprirsi alle correnti più vive della letteratura europea.
I maggiori esponenti del movimento romantico italiano sono Manzoni, Leopardi.
Nonostante la continuità con aspetti dell’epoca illuministica, è possibile individuare nel romanticismo un nuovo atteggiamento spirituale che si attua in alcune costanti:
1. il privilegio del sentimento e dell’intuizione rispetto alla ragione;
2. la valorizzazione della soggettività e nella rivalutazione degli ambiti della fantasia, dell’immaginazione, della sensibilità e delle passioni;
3. una visione tragica della vita, in cui l’uomo si sente in perenne fuga, alla “ricerca dell’infinito”, in contrapposizione alla convinzione illuministica della positività del reale;
4. una rivalutazione dell’arte e della religione, considerate in grado di cogliere aspetti infiniti della realtà, che si contrappongono alla fiducia illuministica nel sapere scientifico;
5. una attenzione particolare alla storia, che viene considerata degna di essere compresa e studiata in ogni sua epoca, perché vista come un processo graduale di accrescimento e di maturità.