Temi svolti

Svolto da Ludovica Elena G.

Durante il periodo natalizio tutto cambia aspetto: vetrine, palazzi, case, strade. Immagina di fare una passeggiata in compagnia dei tuoi cari. Descrivi ciò che vedi e ciò che fai. Scrivi il racconto in prima persona.

Per festeggiare il 25 dicembre, giorno di Natale, da me atteso con ansia tutto l’anno, perché è nato Gesù bambino, il nostro Salvatore, nel pomeriggio, in compagnia dei miei genitori, ho fatto una gita in centro storico di Roma, sul Lungotevere Castello, dove si trova Castel Sant’Angelo, tomba imperiale, attualmente adibito a museo.

Mentre passeggiavamo sulla sponda destra del Tevere, abbiamo ammirato le bancarelle addobbate a festa, con vischio, alberi di Natale illuminati, piccoli presepi e tante luci colorate, che diffondevano una gioiosa atmosfera natalizia.

Un negozio vendeva dolciumi tipici come il pandoro, panettone, con gocce di cioccolato e presepi di marzapane, a base di zucchero e farina di mandorle e omini di pan di zenzero, biscotti tipici natalizi. Considerato il mio appetito, ho ricevuto un delizioso dolcetto, a forma di babbo natale, che mi ha dato una sferzata di energia e buon umore.

Le sorprese non era finite, in quanto strada facendo abbiamo incontrato quattro giovani ragazzi vestiti da elfi, con ognuno un grande sacco pieno di regalini, da distribuire ai bimbi di ogni età, me compresa. Con grande sorpresa, ho ricevuto un’allegra scatola rossa, contenente una candelina profumata alla cera d’api e dei confetti alle noci.

Durante il corso della camminata abbiamo ammirato la facciata di un palazzo ricoperta da una pioggia di luci dorate, a rappresentare un immenso cielo stellato.

Abbiamo vissuto la magia del Natale, anche grazie alle scintillanti installazioni luminose presenti negli alberi del Lungotevere e per merito di canti natalizi intonati da un gruppo di volontari della Caritas, associazione che lotta contro la povertà nel mondo, ai quali abbiamo fatto una donazione, per aiutare le famiglie in difficoltà.

Questo pomeriggio ho avuto modo di riflettere sullo spirito del Natale, inteso come gioia di dare a chi è meno fortunato di me. Allo stesso tempo, ho gioito di tutte le bellezze, le sorprese e i doni che si sono presentati nel corso del cammino di questo magico momento, che mi hanno reso grata per le immense ricchezze che sono presenti nella mia vita e che costituiscono la mia forza.

 

Quale è l’argomento in ambito letterario, svolto durante il corso del quadrimestre, che ti è piaciuto di più? Motiva la scelta.

A cura di Greta C., classe 3^ G

La nostra scuola, in ambito letterario ci ha proposto molti progetti, ai quali io partecipo molto volentieri, ne abbiamo fatti moltissimi di qualsiasi tipo, ad esempio quello dei “Pesi massimi” in cui bisogna leggere un racconto e compilare una scheda, per poi confrontarli con i compagni di classe divisi in due squadre: una specie di sfida sui libri.

Mi sono piaciuti quasi tutti ma, in particolare, uno riguardante la migrazione e i rifugiati mi ha colpito. Si tratta di un percorso culturale attivato, grazie agli apporti del Centro Astalli, di Roma.

A questo riguardo, un ragazzo di colore, chiamato Osman, ci ha raccontato la sua vita in Africa e ci ha narrato l’odissea che ha dovuto compiere per arrivare qui a Roma.

Viene dalla Somalia e ha impiegato ben 8 mesi per arrivare, ha affrontato un viaggio lunghissimo, pieno di avventure e pericoli, un viaggio che definirei il viaggio della speranza.

Tutto è iniziato, se si può dire così, da suo cugino, che aveva dovuto uccidere due persone, probabilmente per salvarsi la vita.

Gli amici delle vittime non potendo uccidere il cugino che era scappato, si volevano vendicare su Osman.

Per fortuna quando sono andati a cercarlo a casa, lui non c’era, c’era solo la madre che, al suo ritorno, gli ha riferito tutto e gli ha consigliato vivamente di andarsene durante la notte altrimenti il rischio sarebbe stato la morte.

Durante la notte Osman è fuggito, arrivando prima dalla zia che lo ha ospitato per un mese, ma non sentendosi sicuro decide di andarsene molto lontano. Osman stabilisce di andare in Europa, ma per farlo, deve attraversare il deserto con una di quelle macchine illegali.

Però non si sarebbe mai aspettato di salire in 32 persone sopra una jeep.

Il viaggio è durato più del previsto perché hanno avuto un guasto alla macchina che gli è costato ben 12 giorni di sosta. Dopo aver risolto il guasto, tutti ancora furiosi, quando pensavano di averle viste tutte, è successo che a causa di un sasso un passeggero è caduto e non è stato più raccolto! Mi ha colpito tanto questa mancanza di umanità.

Tutte queste persone sono state abbandonate ad un certo punto del percorso e ognuno è andato per al sua strada. Alla fine, Osman, dopo mille peripezie, si è imbarcato su uno dei gommoni per sbarcare a Lampedusa insieme ad altre persone.

Mi è piaciuto questo laboratorio perché amo  sentire le storie delle vite altrui, mi interesso e mi immedesimo nella persona e non mi capacito del fatto di quanto siamo fortunati noi ad abitare in posti come l’Italia e vivere così tranquillamente rispetto a loro.

Spero di fare altri di laboratori di questo tipo per sentire nuove vite, per immaginare quali situazioni certe persone possano vivere.