Veglia e Soldati di Ungaretti

Veglia

Veglia è una delle poesie più dure della raccolta poetica intitolata Allegria, di Giuseppe Ungaretti. È stata scritta dal poeta sulla Cima Quattro (parte del Gruppo della Presanella, Trento) il 23 dicembre 1915, come è annotato in calce alla lirica stessa, rendendola simile ad un vero stralcio del diario di guerra dell’autore.

Veglia, descrive  l’esperienza della guerra vissuta in prima persona dal poeta come soldato semplice. Egli infatti venne chiamato a combattere la Prima Guerra Mondiale (1915-1918) prima sul Carso e poi sul fronte francese.

Un’intera nottata

buttato vicino

a un compagno

massacrato

con la bocca

digrignata = (mostrare i denti)

volta al plenil’unio = (luna piena)

con la congestione = (fig. Blocco)

delle sue mani

penetrata

nel mio silenzio

ho scritto

lettere piene d’amore.

 

Non sono mai stato

tanto

attaccato alla vita.

Analisi Metrica

Versi liberi di vario ritmo (settenari, senari, quinari), raggruppati in due strofe di diversa lunghezza; gli a capo sono frequenti e fuori di ogni regola; sembrano obbligare la voce a sostare nella lettura, quasi a scandire.

Manca la punteggiatura. Sono presenti frequenti allitterazioni (consonanze e assonanze) e anche rime.

La struttura sintattica è sorretta, inizialmente, dai participi passati (buttato, massacrato, digrignata, volta, penetrata) fino ai passati prossimi ho scritto e a non sono mai stato.

Questa particolare sintassi, quasi a segmenti costituisce una forma di espressionismo poetico.

Memo

Consonanza = l’uguaglianza delle sole consonanti nella terminazione di due parole (per es., mare e dolore; padre e leggiadro), contrapposta all’assonanza in cui sono identiche solo le vocali.

 

Commento

Questa lirica espone il tema della guerra in cui Ungaretti descrive l’esperienza della trincea. La poesia inizia con la descrizione del commilitone morto accanto al soldato Giuseppe. Nella splendida e silenziosa notte di plenilunio, nasce nel soldato vivo, la volontà di espressione, che è più intenso che mai a causa della quotidiana frequentazione con la morte.

Soldati

Questo breve componimento di Giuseppe Ungaretti si trova nella raccolta L’Allegria, più specificatamente nella parte dell’opera intitolata Girovago.

Si sta come

d’autunno

sugli alberi

le foglie.

La parafrasi

I soldati stanno come le foglie in autunno sugli alberi.

Analisi metrica

Questa poesia è formata da un’unica similitudine, soldati/foglie; dal punto di vista metrico, la lirica presenta due settenari divisi in quattro versi e un enjambement tra il primo e il secondo verso.

A livello formale, come in molte altre liriche, Giuseppe Ungaretti sceglie di non utilizzare alcun tipo di punteggiatura e ciò lo aiuta a dare l’idea di un flusso continuo, quasi come se il tempo si fosse fermato per quelle foglie e quei soldati negli istanti che precedono la fine.

Tutto il senso di questa brevissima e intensa lirica è affidato a una similitudine: i soldati stanno in trincea, minacciati da uno scontro a fuoco e, come le foglie degli alberi d’autunno, possono cadere da un momento all’altro.

Ungaretti richiama un’antica similitudine, che si tramanda da Omero e che riprese lo stesso Virgilio, legando la vita umana a quella delle foglie sugli alberi.

Commento 

L’ispirazione di Ungaretti per scrivere questo componimento è la guerra nel Carso, a cui lo scrittore prese parte in prima persona e che fu uno degli eventi che maggiormente lo ispirò.

Il titolo della poesia non è sempre stato Soldati, dato che in un primo momento Ungaretti aveva preferito dare il titolo Militari al proprio scritto.

L’autunno in questa poesia è come la guerra e la morte, considerata la trasformazione che subisce il paesaggio. Questa poesia è quasi come un aforisma, una rapida e incontrovertibile sentenza: soldati e foglie vivono la stessa condizione. I primi, in trincea, non sapendo quando saranno attaccati e se sopravviveranno, le seconde che al primo colpo di vento cadranno dall’albero e saranno finite. L’incertezza e la minaccia che vivono soldati e foglie è chiara e colpisce il lettore scatenando in lui intense sensazioni di rassegnazione e inquietudine.

La vita dei soldati in trincea è precaria così come quella delle foglie d’autunno, né gli uni né le altre possono fare nulla per modificare la loro condizione.