Ebrei di religione ebraica contro Palestinesi di fede musulmana
La causa del conflitto che in Medio Oriente vede opposti israeliani, di religione ebraica, e palestinesi, di fede musulmana, è la volontà di entrambi i popoli di avere un proprio stato all’interno del medesimo territorio. Gli israeliani lo rivendicano in quanto 3.000 anni fa vi erano insediate tribù ebraiche di cui sono i discendenti. Già durante la cattività babilonese (VI-V secolo a.C.) gli ebrei si dispersero, lasciando liberi questi territori sui quali si insediarono gli antenati dei palestinesi.
Diaspora Ebraica_Movimento Sionista
La diaspora ebraica si intensificò quando la regione fu conquistata dai romani, e proseguì al tempo dell’espansione araba (VII sec. d.C.).
Con l’arrivo dei turchi, la Palestina entrò a far parte dell’impero ottomano, che si dissolse soltanto dopo la prima guerra mondiale.
Quando, a fine Ottocento, in Europa scoppiò una nuova ondata di antisemitismo (“semiti”sono detti gli ebrei, in quanto discendenti di Sem, figlio di Noè, ma anche gli arabi sono semiti sotto il profilo linguistico ed etnico), Teodor Herzl, un ebreo ungherese, fondò il movimento sionista (Sion è un colle di Gerusalemme), che sosteneva la necessità per gli ebrei di ritornare nella Terra Promessa ove fondare un loro stato.
Il 2 novembre del 1917 il ministro degli Esteri del Regno Unito, Arthur Balfour, inviò una lettera a Lord Walter Rothschild, uno dei principali leader della comunità ebraica nel paese, in cui sosteneva che il suo governo si sarebbe impegnato per creare uno stato ebraico in Palestina. Era un testo brevissimo, 67 parole in tutto, che però ebbe enormi conseguenze.
Nascita dello Stato di Israele
Tuttavia, fino alla promulgazione delle leggi razziali in Germania e Italia, pochi ebrei erano partiti e in Palestina, amministrata dagli inglesi dopo la prima guerra mondiale, essi convivevano pacificamente con i palestinesi. Dopo la seconda guerra mondiale, l’Occidente, che provava un senso di colpa nei confronti dello sterminio nazista degli ebrei (la Shoah), decise che era giunto il momento di costituire uno stato israeliano, proprio quando gli inglesi stavano per ritirasi dal Medio Oriente. Alla fine del 1947 l’Onu deliberò che il 15 maggio 1948 sarebbe nato lo Stato di Israele.
Le guerre
I palestinesi e i paesi arabi non riconobbero il nuovo stato e fra il 1948 e il 1973 si combatterono tre guerre. Fra queste la “guerra dei sei giorni”, del 1967, che si concluse con la
conquista israeliana delle alture del Golan, strappate alla Siria, e della Cisgiordania con Gerusalemme est, sottratte alla Giordania. Israele conquistò in quell’occasione anche Gaza e il Sinai, quest’ultimo restituito all’Egitto con la pace di Camp David del 1978.
Intifada=è un termine arabo che vuol significare nella fattispecie “rivolta”, “sollevazione”.
Malgrado il riconoscimento di Israele da parte di alcuni paesi arabi, le tensioni fra i due popoli continuarono. Nel 1987 esse sfociarono nella prima Intifada attuata dai giovani palestinesi a forza di lanci di pietre contro i carri armati israeliani. Nel 1993 si giunse a uno storico accordo fra il leader palestinese Arafat, guida dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), e i ministri israeliani Rabin e Perez: Israele fu finalmente riconosciuto anche dai palestinesi, che ottennero in cambio di amministrare alcuni territori come premessa alla formazione di uno Stato palestinese.
Quando però nel 2000 il premier israeliano Sharon si recò in visita alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, ufficialmente controllata dagli israeliani ma di fatto lasciata ai palestinesi,
la tensione tornò alta e sfociò nella seconda Intifada, caratterizzata da sanguinosi attentati suicidi e puntuali rappresaglie israeliane, e sostenuta da Hamas (acronimo di “Movimento di resistenza islamica” che forma la parola “zelo” o “entusiasmo”), un movimento che non riconosce a Israele il diritto di esistere.
Per fronteggiare la situazione, che tuttora permane critica, gli israeliani hanno avviato la costruzione di un altissimo muro, destinato a separare fisicamente ebrei e palestinesi. Nel contempo hanno realizzato, nell’estate del 2005, il completo ritiro dei coloni dalla striscia di Gaza, tornata sotto il controllo palestinese e dunque “embrione” di un futuro Stato palestinese. Niente è stato invece deciso a proposito della Cisgiordania, in cui sono particolarmente numerose le colonie ebraiche, ma che ospita anche le maggiori città palestinesi e in cui risiede gran parte della popolazione di lingua araba.
Fonte: Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola